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Non mi piace il calcio. Detto da una donna non dovrebbe sembrare così strano, ma sono circondata da ragazze che capiscono e seguono il calcio spesso. Alcune (poche) sono appassionate veramente, altre… sembra che debbano seguirlo, commentarlo ed entusiasmarsi solo perché… così fan tutte!

Non riesco a fingere di emozionarmi per un qualcosa che non mi piace.

Anche di fronte ai mondiali sono indifferente: tanti anni fa, quando ero un’adolescente, le cose erano diverse, c’era un calcio diverso. Premesso come la sottoscritta non capisse anche ai tempi le regole tecniche del gioco – più che altro perché non mi è mai interessato impararle -, almeno, a livello sportivo e di aggregazione sociale, era diverso. C’era la magia.

Le partite di calcio hanno, da almeno 10 anni, quel retrogusto politico che non riesco a non considerare, è più forte di me. Il calcio di oggi, mondiali, campionati o qualunque cosa sia, ha perso magia. Quindi non lo seguo. Certo se l’Italia vince mi fa piacere, ma nulla più.

Capisco anche che i mondiali sono un business: prodotti, servizi, sconti, tutto in nome del grande evento. AIDA Model docet ;).

Comunque… mentre la maggior parte delle persone questo fine settimana attendeva la partita dell’Italia ai mondiali, io mi seguivo altro. Io sto seguendo altro.

Mi piacciono i ciclisti. Quasi tutti i miei ex fidanzati erano ciclisti o sportivi “solitari” e non avevano la fissa del “calcio alla tv” (si, me li scelgo apposta così;) ). I ciclisti hanno sviluppato una capacità di adattamento tipica di chi fa sport in “solitaria” e non solo di squadra, e poi il contatto con la natura li rende allo stesso tempo delle persone forti e sensibili. Sanno stare da soli, capiscono quando è il caso di lasciarti da sola,  e tante altre cose. Se mi innamoro di questi uomini c’è un perché ;). Poi son gusti.

Mi piace il ciclismo. Non faccio ciclismo come sport, preferisco il nuoto e la danza – “allenamenti prevalentemente in solitaria” – ma ho anche un fratello ciclista che, quando posso, raggiungo alle gare. Ho imparato a seguire psicologicamente e fisiologicamente un biker: durante una gara lunga o piccola che sia, fra le montagne o in pianura, per 6 ore, per 8 ore, per 24 ore, il corpo e il cervello hanno reazioni e bisogni differenti. Io sono lì: pronta a correre per passare una bottiglietta di sali, pronta a dare il sostegno morale, pronta a capire quale sostanza nutritiva il corpo ha bisogno sulla base di tante, tantissime variabili. Ecco, forse mi piace il ciclismo perché l’ho toccato con mano, e mi chiedo come faccia la gente a farsi piacere uno sport in cui non si è mai sporcata le mani.

Io pedalo, ma non ai livelli di chi si allena. Se non lo facessi, comunque, non potrei neanche stare dietro a un ciclista in gara, non capirei nulla. E’ un po’ come dire che sei un giornalista ma ti limiti a trascrivere cose che ti passano senza esser stato sul campo, con la tua testa, i tuoi occhi, il tuo corpo. C’è chi lo fa, ne conosco a bizzeffe, ma sto zitta, così va il mondo.

Io so cosa è il sacrificio di uno sportivo: scordarsi le serate alcoliche, alimentazione rigidissima, allenamento costante, resistenza mentale, a letto presto, poca vita sociale, periodi in cui hai l’adrenalina a mille, altri la depressione cronica, amici che non capiscono. Non è tutto oro quello che luccica: il cervello deve comandare il corpo alla perfezione e questa non è una cosa che si ottiene dal giorno alla notte. Ma l’amore per uno sport vale i sacrifici, indipendentemente se lo fai a livello professionale o per hobby.

Ed è per questo che non capisco chi si entusiasma per uno sport senza essersi mai piegato in due durante gli allenamenti. Oppure chi sbraita offendendo questo o quell’altro atleta quando sbaglia: quando mi capita di assistere a certe scene “criticone” assurde, mi vien voglia di urlare

“adesso chiuditi in palestra, in una vasca, mettiti le scarpette e per un mese, con la pioggia o la neve, con la febbre o i tanti pensieri e problemi quotidiani umani, vai a sputare sangue e resisti, vediamo se alla prossima ci pensi due volte a criticare a vanvera un atleta!”

Mah. Sono fatta strana forse. Non parlo, naturalmente, di chi fa radiocronaca: in quel caso è un lavoro preciso, l’enfasi ci sta tutta. Parlo di “tifosi” che, però, si definiscono sportivi: se segui uno sport in tv non sei uno sportivo, sei un telespettatore, anche se stai allo stadio. Vacci piano con le parole (“cretino” 😉 ).

Comunque, non voglio divagare ulteriormente.

Ho scritto questo post solo perché questo week end si sono tenute 3 gare di ciclismo importanti: la Race across the alps, la Sellaronda Hero e, domani 22 Giugno, la GF Giordana (Granfondo Internazionale Giordana). Dalle Dolomiti alle Alpi uno spettacolo fantastico, tantissime persone, adrenalina a palla.

Le prime due si sono concluse, la GF Giordana, a cui parteciperà anche il mio fratellino, inizierà domani.

Se siete nei paraggi delle Alpi, approfittate, fatevi una pedalata e godetevi lo splendore e l’entusiasmo di uno sport e di un posto magnifico!